IL MASSACRO CENSURATO: LO STUDIO CHE ISRAELE E L’OCCIDENTE FANNO FINTA DI NON VEDERE. 377.000 palestinesi “scomparsi” secondo Harvard Dataverse.

 

Avrete senz’altro notato che la conta ufficiale dei morti palestinesi, dopo essere salita vertiginosamente nei primi mesi del massacro (20.000 vittime in circa due mesi, poi 30.000), si è arrestata bruscamente intorno ai 50.000. Da allora, da mesi, non si muove. Eppure il genocidio è proseguito, Gaza è stata rasa al suolo in modo più radicale di quanto avvenne a Dresda nel ’45, e la popolazione non ha più ricevuto tregua. La domanda sorge spontanea: com’è possibile che il numero dei morti non cresca, mentre il rumore delle bombe non si ferma?

Già a luglio 2024, The Lancet aveva provato a rispondere. Una lettera firmata da scienziati internazionali avvertiva che il bilancio reale delle vittime, considerando anche i morti indiretti (per fame, malattia, ferite non curate), poteva superare i 186.000. Una cifra rimossa, archiviata, etichettata come eccessiva. Eppure oggi è uno studio condotto da un ricercatore affiliato a Harvard a confermare che la realtà potrebbe essere ancora più drammatica. Incrociando i dati ufficiali israeliani con l’analisi demografica sul terreno, lo studio mostra che la popolazione della Striscia è passata da 2,227 milioni a circa 1,85 milioni. Mancano all’appello 377.000 persone. La metà, bambini.

Le cifre che non tornano

Già nel primo trimestre di guerra, il bilancio delle vittime cresceva di decine di migliaia a settimana. A dicembre 2023 si parlava di 20.000 morti, poi a febbraio 2024 di oltre 30.000. Ma da aprile in poi, le fonti ufficiali non hanno più aggiornato in modo sistematico. I 50.000 morti sembrano essere diventati una soglia psicologica invalicabile.

Non è solo questione di propaganda: il Ministero della Salute di Gaza, nonostante i bombardamenti, continuava a raccogliere dati coerenti e dettagliati. Il loro database era accessibile, citato anche da fonti occidentali. Eppure, è scomparso dal racconto dei media. La BBC e l’AP, che avevano certificato l’affidabilità dei dati, hanno smesso di menzionarli.

Nel luglio 2024, una lettera pubblicata su The Lancet (Gilbert et al.) stimava che il bilancio reale delle morti potesse salire fino a 186.000, includendo le morti indirette (che nei conflitti raggiungono fino a 4 volte le morti dirette). Gli autori sottolineavano che la mortalità infantile, le epidemie, l’assenza di cure, la fame, potevano aver fatto più vittime delle bombe.

Lo studio di Harvard

Lo studio più recente, ospitato su Harvard Dataverse, è firmato dal professor Yaakov Garb della Ben-Gurion University. La sua ricerca mirava a comprendere la struttura logistica dei “compound umanitari” israeliani (GHF), ma nel processo ha incrociato dati di popolazione raccolti da fonti ufficiali israeliane. Il risultato è sconcertante: la popolazione di Gaza sarebbe diminuita di 377.000 persone.

Le stime provengono dai dati dell’esercito israeliano, incrociati con mappe satellitari e report umanitari. Secondo Garb:

1 milione di persone si trovano tra Gaza City e il centro-nord

500.000 nell’area costiera a sud (al-Mawasi)

350.000 in rifugi sparsi

Totale: 1.850.000 residenti, contro i 2.227.000 registrati a ottobre 2023. Anche ipotizzando un piccolo esodo (alcune decine di migliaia tramite Rafah prima della chiusura totale), restano oltre 300.000 dispersi.

I morti sotto le macerie

Un dossier di UNOSAT (ONU) mostra che più del 56% degli edifici di Gaza è stato colpito o distrutto. Gaza City è praticamente invivibile. Il direttore sanitario di Medici Senza Frontiere ha affermato che migliaia di corpi sono rimasti sotto le macerie. I dati raccolti da Euro-Med Human Rights Monitor indicano che oltre 7.000 persone risultavano sepolte vive già a marzo 2024.

Corey Scher (CUNY) ha definito la distruzione “più rapida e totale che in qualsiasi altro conflitto recente”. Interi quartieri sono stati polverizzati in pochi giorni. Gli ospedali, le scuole, i centri sanitari: più del 70% non è più operativo.

I bambini

Secondo l’UNICEF, circa 50% della popolazione di Gaza ha meno di 18 anni. Se mancano all’appello 377.000 persone, circa 180.000 sono bambini. Nelle poche statistiche sanitarie rilasciate da Al Shifa e altri ospedali prima della loro distruzione, risultava che il 44% dei morti erano minorenni. I numeri dello studio di Garb sembrano confermare questa proporzione.

Siamo di fronte a una strage generazionale. I bambini non sono morti solo sotto le bombe, ma anche di stenti, di disidratazione, per ferite non curate, per il crollo delle incubatrici, delle medicine, dei reparti pediatrici. La fame stessa è diventata arma: la carestia programmata ha falciato interi distretti.

Lo studio di Garb sottolinea come i GHF (Gaza Humanitarian Foundation) non siano veri centri di aiuto, ma strumenti di contenimento. Posizionati vicino a basi israeliane e separati da ampie “zone cuscinetto”, richiedono ai civili di attraversare rovine e campi pericolosi. Sono pensati più per identificare, selezionare e sorvegliare la popolazione che per soccorrerla. Molti civili sono morti nel tentativo di raggiungerli.

Il silenzio

È forse questo l’aspetto più agghiacciante. Il silenzio. I numeri sono pubblici, lo studio è leggibile, le mappe satellitari disponibili. Ma i media occidentali hanno smesso di contarli. Nessuna breaking news sui 377.000. Nessuna dichiarazione ufficiale. Nessuna risoluzione ONU di condanna. 18 pacchetti di sanzioni alla Russia 0 a Israele. Un genocidio statistico è ancora un genocidio. La quantità non lo rende meno reale, lo rende solo meno afferrabile. L’assenza di immagini, di nomi, di storie, lo fa sparire dallo spettro dell’empatia. Eppure, come ricorda lo stesso Garb, “queste persone non sono scomparse nel nulla. Sono morte. Le abbiamo cancellate dal computo, non dalla realtà”.

Oggi, almeno, il dato c’è. Chi vuole sapere, sa.

Fonti principali:

The Lancet, Gilbert et al., “Excess Mortality in Gaza”, 2024

Harvard Dataverse, Yaakov Garb, “Gaza Aid Compounds Dataset”, giugno 2025

UNOSAT/UN OCHA damage assessments

Euro-Med Human Rights Monitor

CUNY Urban GIS Lab (Scher et al.)

Al Jazeera, Guardian, Palestine Chronicle

Dati MOH Gaza, dicembre 2023 – febbraio 2024

UNICEF, Save the Children, MSF

 

Articolo tratta dalla pagina facebook di Lavinia Marchetti

Di admin

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