Il 27 agosto del 1950 muore, suicida, Cesare Pavese.

Cesare Pavese è un autore che non si può non amare, non apprezzare per la sua originalità e autenticità. Anche perché testimone e rappresentante di un’epoca storica e di un’importante stagione letteraria che ha dato i suoi frutti anche nei decenni a venire. A cominciare dall’introdurre, con le sue traduzioni, la letteratura americana in Italia in piena dittatura fascista, aprendo un varco alla ribellione culturale e politica. Anche il cantautore Fabrizio De André si inserì in questo filone con il suo album discografico del 1971 dal titolo Non al denaro non all’amore né al cielo  ispirato ad alcune poesie tratte dall’antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters raccolta pubblicata per la prima volta in Italia da Einaudi nel 1943 con la traduzione di Fernanda Pivano.

Francesco De Gregori omaggerà nella canzone Alice del 1973 lo scrittore torinese, infatti il “Cesare perduto nella pioggia” è Cesare Pavese che aspetta l’amore.

“E Cesare perduto nella pioggia

Sta aspettando da sei ore

Il suo amore ballerina

E rimane lì, a bagnarsi ancora un po’

E il tram di mezzanotte se ne va

Ma tutto questo Alice non lo sa”.

Il “Cesare perduto nella pioggia” di Francesco De Gregori è Cesare Pavese che aspetta l’amore.

Per la collana dei classici, 4Punte Edizioni ha pubblicato quattro importanti volumi della produzione pavesiana: La casa in collina, La luna e i falò, Il carcere, Il compagno

Una scelta non casuale, infatti i libri erano stati pensati da Cesare Pavese come una quadrilogia. Al riguardo l’autore il 17 novembre 1949 scrisse nel suo diario, Il mestiere di vivere:

“Hai concluso il ciclo storico del tuo tempo: Carcere (antifascismo confinario), Compagno (antifascismo clandestino), Casa in collina (resistenza), Luna e i falò (post-resistenza). Fatti laterali: guerra ’15-18, guerra di Spagna, guerra di Libia. La saga è completa. Due giovani (Carcere e Compagno) due quarantenni (Casa in collina e Luna e falò). Due popolani (Compagno e Luna e falò) due intellettuali (Carcere e Casa in collina)”.

 

di Cesare Tiberi

 

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