Il suo sguardo si soffermò sul bosco che aveva di fronte e si chiese se fosse giusto avere così tanta considerazione per il benessere di un’orsa – oltre quello di un bambino o di una donna o di un uomo. Un animale è da considerare meno – o più – importante di un essere umano?

È questo un interrogativo che tormenta Zita Benetton, protagonista del romanzo “Processo all’Orsa” di Jiannina Camillo, in self publishing.

Zita, giovane donna single, è la sindaca di una cittadina alpina la cui quiete viene sconvolta da un incidente in montagna, apparentemente causato da un’orsa che, sentendosi minacciata, ha caricato un padre e un figlio, causandone la caduta in un burrone con la conseguente perdita di una gamba per il bambino.

L’intera comunità si divide fra coloro che vogliono l’eliminazione di Gretel – nome attribuito all’orsa – e di tutti gli altri plantigradi che gravitano nelle montagne intorno a Pianalto e coloro che invece intendono tutelare la fauna selvatica come elemento necessario per la salvaguardia dell’ecosistema.

Il racconto risulta avvincente fin dalle prime pagine, quando l’autrice ci fa immergere immediatamente in quella natura possente e inquietante insieme che è l’habitat di Gretel e dei suoi tre cuccioli. Simpatizziamo con gli animali che rivelano la loro vicinanza di comportamento con gli umani: l’orsa nutre e protegge la sua prole, combatte per far sì che nessuno faccia del male ai suoi piccoli, affronta pericoli e fatiche per assicurare loro il cibo necessario. Proprio come fanno gli umani, ma senza quella violenza aprioristica che invece è diventata propria degli umani.

Danilo, il bambino vittima dell’incidente, a seguito del quale avrà una gamba amputata, ci insegna che gli animali vanno rispettati: l’orsa non ha fatto del male a lui e a suo padre, ma si è spaventata quando lo sparo di un bracconiere è arrivato all’improvviso. Quindi va salvata e non eliminata, come chiedono i più.

L’incidente non sconvolge solo la vita di Danilo, ma anche quella della sindaca Zita, che dovrà fronteggiare le opposte fazioni proprio nel momento in cui si fanno più vicine le elezioni che potrebbero riconfermarla prima cittadina di Pianalto. La vita di Zita viene messa ancor di più sotto sopra quando la figlia quindicenne Melissa le chiede perentoriamente di voler conoscere suo padre, un padre che non ha mai conosciuto e di cui sua madre non le ha mai parlato. È come se la drammatica vicenda dell’orsa e di Danilo avesse aperto le porte a molteplici momenti di rivelazione che coinvolgeranno diversi personaggi del romanzo, ognuno a dover fare i conti con il proprio passato, con le scelte fatte e subite.

Ma questo romanzo compie un passo ulteriore, soprattutto sul piano politico. Attraverso le azioni di Zita, infatti, viene messo in luce il torbido mondo della politica, dove tutto diventa merce di scambio, compresi i principi valoriali e morali che dovrebbero invece guidare chi sceglie di mettersi al servizio della collettività. La Camillo non ha timore di denunciare le manovre di bassa lega della politica e dei politicanti, disegnando però in Zita un personaggio “pulito” che non si fa corrompere e non cede ai facili e allettanti ricatti di chi il potere lo detiene, soprattutto nelle alte sfere. “Niente intrallazzi tra affari e politica per lei”. E sarà una impostazione etica vincente, quanto meno per la sua coscienza.

Una storia avvincente che affronta molti temi importanti, che si districa fra romanzo e denuncia politica e sociale, con numerosi spunti di riflessione. Unico punto di debolezza va però sottolineato in merito al mancato editing nella pubblicazione in italiano, che avrebbe di certo meritato una maggiore cura editoriale.

 

Articolo di Beatrice Tauro

 

Titolo: Processo all’Orsa

Autrice: Jiannina Camillo

Edizione: self publishing

Pagine: 328

Prezzo: € 9,52

 

 

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