Sono Antonella Anedda Angioy (poesia), Antonio Franchini (narrativa), Stefano Mauri (editoria), Tommaso Pincio (traduzione), Giuseppe Antonelli, Matteo Motolese e Lorenzo Tomasin (saggistica) i vincitori del Premio Pavese 2021, promosso e organizzato dalla Fondazione Cesare Pavese. Riceveranno il Premio e terranno il discorso di accettazione domenica 7 novembre in occasione della cerimonia che si svolgerà dalle ore 10 a Santo Stefano Belbo (Cuneo), nella chiesa sconsacrata dei Santi Giacomo e Cristoforo, ora auditorium della Fondazione Cesare Pavese (piazza Luigi Ciriotti, già Piazza Confraternita, 1).

La giornata di sabato 6 novembre sarà invece caratterizzata da un fitto programma di appuntamenti tra arte, letteratura e cultura imprenditoriale con Fulvio Marino, Giovanni Bonardi, Lorenzo Mondo, Maria Pia Ammirati, Oscar Farinetti e Piercarlo Grimaldi.

Novità dell’edizione 2021 del Premio, l’introduzione della sezione dedicata alla poesia, che va ad aggiungersi alle altre quattro – editoria, narrativa, saggistica e traduzione – scelte nell’intento di rispecchiare la poliedrica attività di Cesare Pavese. Con la nuova sezione entra a far parte della giuria del Premio l’insigne italianista Carlo Ossola, docente del College de France a Parigi, che si unisce ad Alberto Sinigaglia (presidente della giuria, presidente del Comitato scientifico della Fondazione Cesare Pavese), Gian Arturo Ferrari (figura di rilievo dell’editoria italiana), Giulia Boringhieri (traduttrice, storica dell’editoria, figlia di Paolo Boringhieri che fu amico e collega di Pavese all’Einaudi), Chiara Fenoglio (docente, saggista, giornalista), Claudio Marazzini (presidente dell’Accademia della Crusca), Pierluigi Vaccaneo (direttore della Fondazione Cesare Pavese).

Intento del Premio è riconoscere quelle personalità che, in linea con l’attitudine pavesiana, si sono distinte nel corso degli anni per dedizione, meticolosità, innovazione nei rispettivi ambiti di attività.

Per la sezione poesia il Premio Pavese va alla poetessa e saggista Antonella Anedda Angioy, con questa motivazione: “La poesia di Antonella Anedda raccoglie, ausculta, prolunga in respiro ‘il soffio delle cose’ ed è kosmos perché la sua parola è eticamente tesa oltre la pronuncia, oltre colui che dà timbro a una parola che appartiene al mondo, e di cui il poeta ha eterna cura. Il Premio ad Antonella Anedda Angioy vuole riconoscere la ricerca stilistica pavesiana e dunque sottolineare l’importanza della parola, del verso in un percorso poetico intenso e raffinato“.

Per la sezione narrativa il Premio Pavese viene assegnato allo scrittore e curatore editoriale Antonio Franchini per la “peculiarità quasi omerica del suo stile che, cogliendo la bellezza evanescente anche nel momento della sconfitta e dalla caduta, si apre alla riflessione morale, al sapere amaro dalla fragilità umana“.

La sezione editoria premia Stefano Mauri, oggi presidente e amministratore delegato del gruppo Gems, di cui si può considerare “l’architetto”. “Oltre ad essere stato attento e paziente costruttore della diversità di profili, di fisionomie delle case editrici che lo compongono“, Stefano Mauri è riuscito “a trovare il punto di equilibrio tra principi e metodi gestionali unificati e centralizzati da una parte e libertà di ricerca, cioè autonomia editoriale, dall’altra“.

Per la sezione traduzione riceve il Premio Pavese “il poliedrico Tommaso Pincio che, come Pavese, perfettamente incarna la figura dello scrittore-traduttore“. Come si legge nella motivazione, “Quando traduce, Pincio si cala nei panni dell’altro scrittore in uno sforzo consapevole e titanico di immedesimazione e auto-annullamento. Pincio non affronta (solo) un testo, ma una persona; vuole diventare l’altro e parlare con la sua voce: diventare il suo doppio“.

Anche quest’anno la sezione saggistica vede un’assegnazione collettiva al gruppo di autori composto da Giuseppe Antonelli, Matteo Motolese e Lorenzo Tomasin – rispettivamente professore ordinario di Storia della lingua italiana all’Università di Pavia, professore ordinario di Linguistica italiana all’Università La Sapienza di Roma e professore di Filologia romanza e di Storia della lingua italiana all’Università di Losanna – per l’opera in sei volumi “Storia dell’italiano scritto” (Carocci), avviata a inizio 2014 e completata a marzo 2021. Otto anni di lavoro che hanno attraversato la poesia, la prosa letteraria e le forme dell’italiano dell’uso familiare, giornalistico e burocratico.

 

Per il programma dettagliato visitare il sito: https://fondazionecesarepavese.it/news/premio-pavese-2021-programma/

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