Chiariamolo subito, senza troppi giri di parole: Oppenheimer è un film straordinario e visivamente impeccabile. Questo biopic, (genere cinematografico basato sulla ricostruzione della biografia di un personaggio realmente esistito) realizzato in pellicola per volere dello stesso Cristopher Nolan, è senza ombra di dubbio alla pari se non migliore di grandi opere incentrate sulla vita straordinaria di altri illustri scienziati come Stephen Hawking (La teoria del tutto) e Alan Turing (The imitation game). Data la complessità dell’argomento trattato, eravamo piuttosto interdetti riguardo l’eccessiva durata del film (circa tre ore). Perplessità che è stata spazzata via con la stessa intensità di quei dialoghi così serrati che ci hanno colpito e trascinato per tutta la durata del film, sostenuti in modo sublime anche grazie alla bravura dei protagonisti visti sullo schermo, primo fra tutti (Cillian Murphy).

Non ci dilungheremo più di tanto perché lasceremo, come si suol dire, parlare le immagini che siamo certi vi rapiranno come hanno rapito noi davanti ad uno dei capitoli più controversi della storia che hanno segnato la fine di un’epoca, non così lontana, con tutte le sue ferite ed infinite contraddizioni che ancora oggi risuonano nell’eco di chi la storia la scrisse con il sangue e quando ormai il danno è compiuto non c’è possibilità di redenzione, qui il messaggio è stato piuttosto esplicito. Lo vediamo nell’espressione del nostro protagonista ad ogni passo, ad ogni azione. Non c’è più stupore o soddisfazione, ma la consapevolezza di aver cambiato le sorti e il destino di diverse generazioni avvenire e questo lo possiamo ammirare in pieno in tutta la sua drammaticità in una sequenza epica del film dove la folla acclama le gesta di Oppenheimer e dove la stessa folla si dissolve in cenere con la stessa rapidità e ferocia che l’esplosione della bomba atomica ebbe sulle vittime giapponesi di Hiroshima e Nagasaki.

L’immagine finale sembra quasi un richiamo al presente, la citazione iniziale del film un preludio a quel che sarà “Prometeo rubò il fuoco agli Dei e lo diede all’uomo. Per questo venne incatenato ad una roccia e torturato per l’eternità”. Per concludere possiamo dire che se Prometeo rubò il fuoco agli Dei e lo offrì agli uomini, possiamo dire che Oppenheimer offrì il fuoco atomico nelle mani degli uomini di potere.

Voto finale: 8,5/10

Recensione di Daniele di Biase

Di admin

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