La fanciulla à dua buone parti, ch’è grande e biancha: non à uno bello viso, né rusticho;

à buona persona.

Lorenzo l’à veduta: intendi da lui se la li piace; ché ci è tante altre parti,

che s’ella sodisfaccessi a lui, ci potremmo contentare. El nome suo è Crarice.

Lucretia tua”

Tre lettere di Lucrezia Tornabuoni a Piero de’ Medici

concernenti al matrimonio di Lorenzo il Magnifico con Clarice Orsini

 

Nella storiografia, Lucrezia Tornabuoni è stata, suo malgrado, confinata a ricoprire soltanto il ruolo di moglie di un facoltoso personaggio appartenente alla famiglia de’ Medici (Piero detto il Gottoso) e di madre di Lorenzo il Magnifico, senza sufficiente riguardo per il ruolo fondamentale che, invece, assunse all’interno della sua famiglia e nell’ambito della società del tempo in cui visse.

Cliché da sempre in voga quello di ricordare donne che si sono distinte per i loro talenti come mere ombre di uomini idolatrati per le loro gesta, eroiche o meno che esse siano state.

Lucrezia Tornabuoni, di fatto, ebbe un ruolo sociale, politico e culturale complesso e fondamentale.

 

Nata a Firenze nella prima metà del Quattrocento, fonti autorevoli sostengono che T. ricevette un’ottima educazione che trasmise di rimando ai suoi figli; tali fonti riportano anche che la poetessa ebbe una fornita biblioteca dove ebbe modo di approfondire il pensiero di Aristotele, Sallustio, Tolomeo e che, spinta dalla lettura di molte opere ispiranti, scrisse a sua volta diversi componimenti, tra cui alcuni sonetti burleschi.

Il suo ruolo sociale fu determinante: si dedicò a svariate iniziative benefiche e ad opere caritatevoli tra cui la donazione di doti a donne indigenti. Anche senza occuparsene direttamente, Lucrezia Tornabuoni ebbe altresì un ruolo politico basilare: fu consigliera della grande famiglia fiorentina cui apparteneva, dunque un perno fondamentale.

Per quanto concerne la produzione poetica, T. scelse di convogliare sul senso morale della Sacra Scrittura, allo scopo di trasmettere un messaggio tangibile e subitaneo. Le laude si rifanno agli episodi fondamentali presenti nel Nuovo Testamento come la Natività, la Passione, la Risurrezione e la Pentecoste attraverso il ricorso a versi brevi, capaci di imprimere alle laude un’andatura dinamica e incalzante.

Articolo di Eleonora Nucciarelli

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