Si Resiste con la Carta, si Resiste con il lavoro e la passione, si Resiste con l’impegno e con l’umanità.

Entrare nella biblioteca di Pont Saint Martin è questo e molto altro.

È un passato importante che accompagna un futuro che sappiamo migliore, anche se molto lontano, rispetto ai nostri e poveri pochi anni, dove probabilmente rimarranno solo i nostri libri a sopravviverci e qualcuno che continuerà a Resistere insieme a loro.

La Biblioteca dagli anni ’80, ha iniziato un progetto specifico culminato nel 1996, intitolandola a un religioso viaggiatore, Monsignor Giuseppe Capra, pont saint martinese che girò il mondo in lungo e in largo, con tutti i mezzi possibili, portando avanti i suoi interessi per gli studi antropologici e lasciando un’ impronta oltremodo avventurosa allo spirito di questa biblioteca, che nasce per necessità come biblioteca specializzata in geografia e che si consolida nei decenni come la biblioteca di tutto il mondo…e spiegheremo man mano il perché, in questo reportage, che è un omaggio per un luogo di frontiera, in un paese di frontiera, che fa della trasmissione della cultura critica attraverso il libro e la sua continua circolazione, la sua missione da cinquant’anni, divenendo un osservatorio attento e particolarmente lucido su varie tematiche, uno sguardo a 360° con al contempo una visione storica e una prospettiva presente e futura.

Non si tratta quindi di un fortino per appassionati… non è un “tempio”, ma un luogo di impegno e di lavoro, attento ed ampio raggio, che costruisce cultura guardando al mondo, attraverso montagne di carta, di lavoro e di grande umanità.

Difatti proprio tra i suoi scaffali di libri e di storia, si può continuare a credere ancora che la sacra Carta ci sopravviverà, aprendo nuovamente gli occhi a generazioni più fortunate di quelle attuali, alle quali invece è stato tolto tutto.

Insieme a Jean Marie Rey, il giovane bibliotecario, che raccoglie un testimone di quasi mezzo secolo di storia, un ragazzo che ascolta attentamente ogni parola e che pensa molto prima di rispondere, si può fare un viaggio tra gli scaffali e insieme ragionare su quanto e cosa questa biblioteca potrà essere ancora per il suo territorio, per chi ama i libri, la curiosità e un’ autentica e sincera compagnia, per chi lavora, per chi viaggia e per chi ritorna, per chi continua a donare libri vecchi e nuovi di zecca, e per chi entra per caso e non esce più…

Da questa Biblioteca, alla quale si accede da Viale della Resistenza, effettivamente nessuno mai potrà mai “uscirne” veramente. Parola della Storia, dal momento che a testimonianza della “biblioteca di tutti” vi è una quantità enorme, e assolutamente inusuale per una biblioteca, di cartoline da tutto il mondo, per decenni inviate, e oggi portate a mano per ripetere la consuetudine, da chiunque è entrato e non ha dimenticato, da chi ha dato e ha preso, e spesso anche rubato purtroppo, da chi ha lasciato e ha ritrovato intatte, come l’ odore della Carta e delle scale di pietra, un’ umanità che non ostenta coraggio, ma lo costruisce e lo custodisce con il lavoro, la tenacia e la consapevolezza collettiva di chi va avanti quotidianamente senza lasciare indietro nessuno, guardando dritto negli occhi un sistema fagocitante che stravolge il Tempo nel suo valore e senso più profondo, un Tempo che confonde e distrae con il caos la struttura di ogni problema, ma che nonostante ciò ancora non ha trovato il modo di annullare l’ Oggetto Libro, ovvero la trasmissione materiale della crescita sociale e della tutela storica e culturale collettiva.

Con Jean ci siamo soffermati parecchio a parlare di questo argomento e del valore della biblioteca oggi e in prospettiva futura, non potendo prescindere dalla riflessione su un tempo attuale di oggettiva regressione materiale e morale diffusa, costantemente e strumentalmente foraggiata.

E proprio rispetto a ciò ci siamo fermati a lungo a “leggere” tra gli scaffali, per cercare risposte a quesiti complessi, attuali e contingenti, a guardare gli scaffali e i volumi ragionando sul valore della trasmissione culturale e sociale della biblioteca in genere, e della Biblioteca di Pont Saint nello specifico, presidio di un territorio complesso e tutelata dell’oggetto libro, che il bibliotecario stesso definisce “Resistente”, e, come aggiungiamo noi, ancora difficilmente imbrigliabile in un sistema che mette a tacere ogni voce critica e ogni contraddittorio, in una congiuntura storica che senza colpo ferire ci sta riportando indietro di almeno due secoli per quanto riguarda molti aspetti della nostra attuale società, su tutti le condizioni materiali reali di fruibilità dei diritti da parte di tutti, soprattutto dei diritti più fragili ed esposti e tra questi proprio il diritto alla cultura.

E a partire da questa tematica abbiamo approfondito il discorso anche con Serenella, la bibliotecaria storica di Pont Saint Martin, ora in pensione e tutti i giorni volontaria della biblioteca, che accompagna man mano il lavoro di Jean nel flusso della continuità di una storia importante, che va passata di mano in mano con i tempi adeguati…quelli che negli ultimi due decenni si stanno purtroppo perdendo.

Serenella Ghirotti, con la modestia grande quasi quanto la sua Memoria, la sua competenza e il suo solido spessore umano, ci ricorda su ogni spunto attuale 50 anni di storia e di lavoro, e stringendo sulla questione della fruibilità dei diritti da parte di tutti, abbiamo facilmente la conferma di come il diritto alla cultura, tra i più fragili ed in pericolo in epoche di barbarie, si sia fortemente contratto in un luogo particolarmente vulnerabile come la montagna, e nello specifico nei luoghi particolarmente vulnerabili come le vallate interne, ovvero quelle zone di storico isolamento sociale, culturale, ambientale, genetico…umano e profondo nel suo senso reale più ampio.

Sono tante le vulnerabilità dei “paradisi perduti” e/o degli inferni a buon mercato, che spopolano tra la morbosità di chi ha altri problemi rispetto a quelli che i numeri condannano come Default. Basta leggere i numeri per conoscere , ad ora, “il futuro della montagna”.

Proprio per far fronte a questo profondo e atavico problema, più di 20 anni fa le Comunità Montane del Lys- Gressoney e di Champorcher avevano creato un sistema capillare di diffusione dei libri nei piccoli paesi delle vallate montane, attraverso il progetto di creazione di biblioteche per tutti i centri più piccoli ed isolati delle vallate interne e con il “Bibliobus”, una vera e propria biblioteca mobile, (riempita dai libri di Pont Saint Martin ovviamente), che da Hone risaliva Champorcher e la Valle del Lys-Gressoney, portando così la possibilità della fruizione del libro, della lettura, della curiosità e della conoscenza a chi non ne aveva e non ne avrebbe mai avuto possibilità, soprattutto le persone più anziane, i disabili e le persone con problemi di mobilità di natura sanitaria o sociale, non ultimi donne, bambini e ragazzi, ovvero il futuro.

Tutto ciò, per la solita mancanza di fondi e di lungimiranza, durò circa una decina di anni fino a diluirsi per scomparire del tutto e tornare all’ accentramento del sistema bibliotecario nella Bassa Valle e Media Valle, giù quindi, giù nella valle, mentre su si ricominciava a morire.

Chi ama trovare soluzioni tutti i giorni dovrebbe quantomeno conoscere e ragionare sulle molteplici conseguenze e criticità che l’ isolamento comporta, vera piaga strutturale di determinati luoghi.

Isolamento unito alla volontà politica che cambia come cambia il vento. Su questo aspetto non si può soprassedere, perché la possibilità o meno di avere a portata di mano un diritti esposti e sempre a rischio, come il diritto alla cultura, alla mobilità e alla diffusione culturale, alla conoscenza e alla costruzione di un proprio e collettivo spirito critico è di fondamentale importanza per l’ arricchimento della sensibilità e delle esperienze e quindi della Coscienza di chi vive da sempre secoli di marginalità materiale e morale, mitigata solo negli ultimi 40 anni dall’ avvento del turismo di massa, ma non guarita, di stagionalità si sopravvive, si esce sicuramente da un baratro che tanti non conoscono e che non possono neppure immaginare…ma di certo non si guarisce. Serve continuità, quindi mobilità, cultura, opportunità , diversificazione socio-economica, quindi di conseguenza differenziazione delle opportunità di diffusione culturale popolare di livello per una conseguente consapevolezza sociale più solida.

Questo è il nodo fondamentale dal quale partire, qualora la si ritenga giusta causa, per portare avanti un dibattito costruttivo e soprattutto utile sul “futuro della montagna”.

Se si valuta questo problema in maniera superficiale e marginale, o talvolta addirittura in maniera irresponsabile, ovvero l’ isolamento come “valore aggiunto”, o non si è intellettualmente onesti o si ignora totalmente l’ “oggetto del contendere”.

Tornando nella biblioteca che Resiste a tutto, a tutti e anche ai nostri tempi più attuali, tra riflessioni, criticità e continuità, discutiamo ancora con Jean e con la professoressa Laura Lucchese, insegnante di italiano e latino al liceo scientifico di Pont Saint Martin, nonché collaboratrice stabile e più che mai preziosa della biblioteca da trent’anni.

Un appunto interessante scaturito dal nostro incontro ad esempio è proprio il tema della mobilità dalle vallate interne verso la Bassa e Media Valle, quindi verso le biblioteche.

Ad oggi abbiamo una mobilità di fatto molto più semplice, anche per famiglie con bambini e per le generazioni più giovani in genere, e qui troviamo concretamente nuovi modi per avvicinare i bambini e i ragazzi più giovani al libro e alla curiosità, e le madri stesse , che accompagnano i bambini, a prendere in prestito i loro libri Perciò abbiamo concretamente una nuova opportunità di accesso ad un polo attrattivo di importante spessore, per “far uscire di casa le persone”, fisicamente, socialmente e moralmente, come puntualmente sottolinea più volte la professoressa Lucchese.

Un opportunità come nuovo “escamotage di diffusione popolare della cultura, di interessante prospettiva nel lungo periodo, e utile e intelligente già ad oggi per cercare di recuperare il più possibile tutto ciò che nell’ isolamento di condizioni ambientali, climatiche e sociali sfavorevoli è rimasto sempre più vulnerabile, meno intercettabile socialmente e sempre più isolato sul piano culturale, ovvero le donne, i bambini, gli anziani, i disabili, e tutte le persone socialmente esposte a causa di bassa e spesso univoca scolarità, e assenza di opportunità di accesso alla cultura critica.

Un aspetto, questo, che proprio nel lungo periodo può dare buoni risultati, a patto che la Biblioteca Resistente continui la sua instancabile opera, a patto che qualcuno continui a non perdersi in voli pindarici e continui a lavorare…

Ma per quanto riguarda ciò abbiamo la sicurezza che la “sentinella di confine” continuerà ancora la sua opera, arricchita da uno sguardo nuovo, attuale , attento e sensibile che si confronta e lavora quotidianamente accanto a cinquant’anni di storia e di grande dedizione alla diffusione di cultura e di umanità, perché per la Biblioteca di Pont Saint Martin tutto ciò è mission strutturale da sempre.

Per questo, una volta superato un confine che materialmente non esiste, troviamo un baluardo di civiltà Resistente, un sentinella sociale, un luogo di cultura e umanità sempre eterodiretto, sempre pronto a fare tutto il possibile, un luogo materiale che non si è mai reso autoreferenziale ed esclusivo per un’utenza sicura, comoda e scontata, ma che ha sempre osato …e affrontato i problemi vecchi e nuovi chiamandoli con onestà intellettuale per quello che sono e, con grande abnegazione, cercando di volta in volta delle soluzioni concrete, ricostruendo anche, ogni volta, ciò che ogni crisi distrugge portandosi via con sé.

E arrivati a questo punto non possiamo non fare cenni sulla disponibilità che la biblioteca ha sempre concretizzato e messo a disposizione per le scuole, con le quali, con alterne fortune, rimane un punto di riferimento per i ragazzi del comprensorio da oltre mezzo secolo.

La questione scuola-biblioteca è questione delicata, anche questa imprescindibile dalla più o meno lungimiranza del sistema scuola e dei singoli insegnanti, che spesso si trovano a colmare vuoti strutturali creando circoli virtuosi, con iniziative correlate alla biblioteca per incoraggiare la lettura come abitudine permanente, attrattiva, stimolante e autonoma.

Ma quando tutto è demandato alle persone, si hanno per forza di cose alterne fortune, momenti propositivi e di grande vivacità, ma anche lunghi periodi di stallo, dove si langue nel mero dovere quotidiano, nell’ ordinaria amministrazione, senza osare quel poco in più che già basterebbe a creare la scintilla a catena che per ragazzi e ragazze in età estremamente captativa significherebbe molto per la formazione della propria sensibilità umana, culturale e sociale. Nonostante ciò la Biblioteca che Resiste non ha mai arretrato un centimetro, anche nei periodi di margine di azione più contratti. Ha sempre avanzato, e mantenuto ben salda la posizione.

Faro e battistrada di diffusione culturale e crescita sociale, la sentinella che apre le porte della Valle d’Aosta, non ha mai mancato di curare in maniera utile, stimolante e intelligente l’ importanza delle mostre, delle conferenze e soprattutto delle presentazioni dei libri, quindi l’ importanza degli incontri pubblici e della quantità incalcolabile di serate di dibattito con gli autori dei libri presentati.

Le Presentazioni delle proposte letterarie sono sempre proposte al pubblico con il valore aggiunto della professoressa Lucchese, che ogni volta imposta il dialogo con gli autori partendo da una lettura puntuale e critica di ogni libro presentato, guidando perciò le varie tematiche in maniera tale da rendere l’ iniziativa fortemente dinamica, tale da incoraggiare i presenti ad una partecipazione attiva, con domande, dubbi, ragionamenti, proposte e criticità.

Le presentazioni dei libri a Pont Saint Martin finiscono sempre alle ore piccole, e ogni volta si esce con un valore aggiunto e con lo stimolo di continuare a pensare.

Queste serate hanno dato al Territorio uno strumento concreto di condivisione della conoscenza e della rielaborazione critica della realtà su ogni questione, sia di medio che di ampio respiro, proponendo sempre un ampio ventaglio di possibilità, proprio a partire dalla proposta di un libro, a partire quindi da un “luogo dell’immaginazione“(citando Martino Giovanettina), il Luogo per definizione del possibile e dell’ auspicabile, quindi casa del pensiero e del ragionamento che deve essere una possibilità per tutti, e non solo un piacevole passatempo per chi ha già un bagaglio di possibilità molto ampio.

 

“Fare uscire la gente da casa” non è così semplice fuori dalle città e lontano dal mare e diventa molto difficile quando la terra comincia a farsi dura, fredda e in salita, diviene impresa… ma con nomi e personalità come Rigoni Stern, Biagi, Barbero, Augias, Maraini, Aleida Guevara, i giudici antimafia, tanto per citare alcuni dei mille esempi che si potrebbero portare, o tematiche come la disabilità, la crisi del SSN con libri importanti, intellettualmente onesti, e talvolta anche “scomodi”, la crisi della coscienza e del senso della Storia, la questione ambientale, la questione migratoria, o quella della montagna con tutte le sfumature dell’ acceso dibattito odierno, la gente non solo esce volentieri da casa, ma partecipa, ascolta, domanda e poi ritorna. E se parte per un viaggio, al ritorno porta sempre in dono una cartolina alla “biblioteca di tutti”, da sempre è così…anche nei periodi di stallo, sia delle coscienze, che della politica, due condizioni fortemente correlate che fanno della diffusione della cultura e della sua più ampia fruizione una battaglia quotidiana, combattuta con la forza di chi ha mezzo secolo alle spalle, con la riflessione attuale, attenta e mai banale, di chi ha raccolto il testimone in tutto e per tutto e con il legame forte e indissolubile con la gente, con le persone in carne ed ossa, un legame umano che sempre più difficilmente si riesce a costruire veramente e che da decenni è in estrema crisi nei luoghi deputati alla cultura.

Il legame umano, solido, onesto, stimolante e sempre sorprendente è il vero luogo dell’ incontro e del ritorno della Nostra Bibliotecaè un pilastro fondamentale per il futuro della diffusione culturale.

Sembra resistere per vocazione, o meglio per Priorità, a tutti gli scossoni tipici dei momenti bui della Storia.

Difatti ci teniamo sempre a ripetere che nella biblioteca di Pont Saint Martin la storia e il presente lavorano gomito a gomito per fare del futuro un luogo dove si potrà dire che in tempi difficili è stato sempre fatto più del possibile per conservare e potenziare gli strumenti più idonei a comprendere e a non abbandonare a se stesso questo futuro complesso e chi dovrà occuparsene, costruendo e ricostruendo strumenti sempre più pertinenti, efficaci ed utili, affinché questo futuro possa essere più giusto e più equo, attraverso la quotidianità e la continua cura per il lavoro, per la costante ricerca di valore aggiunto, tutto ciò sempre con il prezioso supporto della migliore collaboratrice possibile come la Professoressa Lucchese per la presentazione di libri e proposte di Storia, Narrativa, Romanzo e Saggistica e per la collaborazione con iniziative che vedono protagonisti i ragazzi delle scuole e con Ornella Badery per quanto riguarda presentazioni e proposte di libri e saggi riguardanti economia, sanità, crisi della politica e dell’ informazione…e, soprattutto da queste ultime presentazioni, si esce sempre molto più coscienti e talvolta anche “scossi”.

Con Laura Lucchese invece abbiamo ancora la possibilità di approfondire un discorso complicato: l’approccio alla lettura dei ragazzi delle superiori di oggi. Un approccio legato, molto più che in passato, alle proposte della scuola e meno legato ad interessi personali autonomi e fuori da questo ambito. Si legge ancora molto da ragazzi, ma si preferisce essere guidati nella scelta, si legge molto meno in maniera autonoma e il bibliotecario conferma. Tutti confermiamo e anche i lettori di questo nostro breve reportage possono facilmente sentirsi chiamati in causa, dal momento che il valore personale e sociale che si instaura da ragazzi con la costruzione e la condivisione della cultura è una componente fondamentale con la quale ogni società dovrà fare i conti, amari o sostenibili che siano.

Tornando alla nostra discussione, confermiamo tutti che i tipi di intrattenimento odierni sono di modalità immediate, in tempo reale, iperconnesse e frammentate, contrastanti con il Tempo del libro, che è lo spazio-tempo del ragionamento e della rielaborazione critica, la palestra della mente, quindi un tempo per niente aiutato da questo tipo di sistema comunicativo odierno, diffuso ma sempre più confuso, veloce , sensazionalistico e labile.

Tuttavia conveniamo sul dato di fatto che il libro ancora vive e che non è stato soppiantato da nulla, né dall’ e-book, né da altro.

I dati accertano che di fatto il libro sopravvive “pericolosamente” nel sistema dell’ omologazione del pensiero, dell’ imposizione quotidiana del ragionamento binario, dell‘ abolizione del contraddittorio e del livello critico mai così basso dal dopoguerra ad oggi. Per questo è in costante pericolo la gestione che se ne fa di tale potenzialità.

 

Resiste anche, e con una tendenza di ritorno, il ricorso al prestito di film…

Resiste e si consolida nonostante la crisi del cinema stesso, anch’essa figlia della crisi dei tempi di riflessione sempre più contratti, caratterizzati costantemente dal frammento di tutto e del tutto-frammento, dove l’ uno e l’altro addirittura finiscono per perdere i loro stessi contorni…

Tematica complessa, questa, con implicazioni storico- filologicolinguistiche, di cui nel reportage sulla Giornata Sapegno abbiamo riportato con la discussione avuta dalla sottoscritta con il Professor Antonelli, tematica proposta da noi attraverso una domanda che dalla Storia sociale chiedeva una risposta filologico-linguistica sul futuro culturale e sociale dell’ essere umano e colta dal Professore come spunto di lunga riflessione sulle implicazioni linguistiche e storiche future del pensiero, della ribellione e della capacità intellettuale di leggere e scrivere nuove pagine di Storia dell’ umanità.

Seguiremo ovviamente le riflessioni del Professor Antonelli e in caso saremo puntuali nel farne rapporto.

Riprendendo il nostro viaggio al Confine e il nostro cammino nella biblioteca di Pont, approfondiamo ancora il tema del rapporto che “La biblioteca che Resiste” da cinquant’anni costruisce con la propria utenza, e possiamo constatare come continui ad essere luogo costante di donazione, di scambio, di ritorno, di socialità e di ruberia anche… Letteralmente un luogo dell’ umanità, con le sue miserie e nobiltà.

Lo ribadiamo perché è tratto estremamente peculiare di questa Biblioteca ed è veramente molto di quel quid in più che si respira, che si tocca sulle sue mura, che si odora già salendo le sue scale, che si prende tra i suoi scaffali e che si ritrova intatto in quei labirinti dove tutto resta, diventando testimonianza e Storia. Piccola e grande Storia.

Sul concetto della testimonianza storica con Jean, intento proprio al lavoro tra gli scaffali, ci siamo soffermati parecchio a pensare e ad ipotizzare come si potranno ad esempio recuperare le testimonianze storiche nell’era dell’ AI e del tutto digitale.

Ci sarà modo di non far morire la Storia?

Il dubbio è inquietante anche perché non possiamo sapere fin dove la scienza informatica e la conseguente tecnologia potranno arrivare nel recupero, nella conservazione, trasmissione, catalogazione e ricostruzione stessa delle testimonianze digitali e del filo rosso della Storia, perciò sul come sopravviverà la continuità della testimonianza umana, senza la quale la Storia finisce.

Siamo realisti’, ovvero consapevoli che se si ritiene corretto essere utili nei pochi anni che ogni congiuntura storica ci riserva, Resistere per ora è la sola cosa che si può fare, in questo caso con la tutela ed il continuo lavoro volto alla circolazione dei libri, tenendoli e trattenendoli tenacemente in vita, ponendo il dato di fatto incontrovertibile che distruggere un libro sia molto complicato ma purtroppo non impossibile, e soprattutto come questa pericolosa “tensione” sia il termometro dell’ importanza che una società relega al proprio futuro e soprattutto come sia una spia fondamentale per capire quanto una tensione negativa possa trasformarsi in una vera e propria deriva.

I libri sono testimonianze, la Storia esiste solo qualora vi siano testimonianze e la Storia è il pilastro del futuro dell’ umanità, la Storia è la testimonianza stessa e unica dell’ umanità e senza di essa non siamo nulla e nulla saremo più, per questo Resistere è un Dovere.

E per la nostra biblioteca questo dovere si traduce nel lavoro quotidiano di una concreta realtà riconosciuta, infatti continuamente riempita dalle persone di donazioni.

C‘è addirittura chi compra i libri nuovi per donarli alla biblioteca

Qui siamo in un luogo di confine per geografia, storia e definizione, siamo in un porto di mare in mezzo alle montagne, in un luogo di passaggio per andare solitamente altrove…stagionalmente in cerca di “avventura” ed evasioni più o meno sostenibili, ma tutti i giorni per lavoro, per studio, per viaggio…e passa gente di tutti i tipi, addirittura chi ancora crede che il valore di una biblioteca sia un valore sociale universale per la propria Comunità e per chi ne è ospite, o per chi è viaggiatore, lavoratore o fuggiasco

Tutto il donato viene posto in un grande archivio sotterraneo, che contiene anche un magazzino di conservazione delle donazioni che man mano vengono smistate per iniziative come il “Baratto del libro”, che si svolge ogni anno, o come donazione ad altre biblioteche meno fornite, o come donazione a disposizione di iniziative dedicate alla diffusione -scambio dei libri, alle casette dei libri, o donate in beneficenza per biblioteche di luoghi colpiti da calamità naturali…ad esempio vi sono ancora gli scatoloni pronti per le biblioteche distrutte dell’ Emilia Romagna, peccato che la Protezione civile non li abbia ancora ritirati…purtroppo sappiamo benissimo quanto lo Stato sia attualmente solerte ogni giorno ad inviare arsenali bellici per le guerre del solito Padrone, ma molto distratto su ciò che lo riguarda veramente…uno Stato latitante da sé stesso, difatti i libri di Pont Saint Martin per l’ Emilia Romagna sono ancora lì, nelle “secrete stanze” dell’ archivio-magazzino sotterraneo, che per la prima volta in tanti anni ho avuto l’onore di visitare per portarne testimonianza ai nostri lettori.

 

Dall’unica delle molte foto scattate qua sotto che abbiamo potuto inserire nel reportage, non si capisce fino in fondo il fascino di un luogo così, che ha passato anch’ esso alluvioni, devastazioni, e alterne avventure/sventure, ma che continua ad essere il luogo dove centinaia di libri vengono conservati, trattenuti, protetti e salvati il più possibile dal macero, sempre tristemente in agguato.

Un “Regno di Carta” sotterraneo e sottotraccia è qualcosa che lotta per far sopravvivere e tramandare tutta l’ umanità che un libro porta tra le sue pagine, quarantene comprese, anche i libri infatti dovevano aspettare 10 giorni in magazzino…prima di tornare su e poi tornare giù per una nuova quarantena. Una vera e propria cartina di tornasole di quanto i libri siano non solo testimonianza, ma propriamente carne e sangue di ogni società umana.

Per la sottoscritta, che donerà i suoi quintali di libri alla biblioteca di Pont Saint Martin dopo la propria dipartita, e che lì dentro ha trovato e lasciato molta vita, è stata un’ esperienza particolarmente emozionante, e per chi conosce la capacità che i libri hanno di non morire, in questi brevi cenni difficilmente non potrà non sentire un sussulto…un brivido di eternità, o quantomeno un senso di umanità profonda e universale che si fonda sulla trasmissione e sulla speranza che anche tutto ciò possa contribuire a fornire gli strumenti più nobili per un futuro dignitoso e più accettabile, prossimo o lontano che sia. Chi lotta tutta la vita non si preoccupa del Tempo, ma di cosa farne…

Tutti noi che ci occupiamo dei libri come strumenti materiali di diffusione popolare della cultura e della formazione del pensiero critico, dovremmo vedere in questi luoghi e nelle persone che se ne occupano un faro di civiltà, uno dei pochi rimasti in questa congiuntura storica difficile, luoghi e modus operandi ribelli sì, ma consistenti e consapevoli che con il libro, oggetto ribelle per antonomasia, bisogna costruire, bisogna diffondere, spargere semi di pensiero, bisogna perpetuare un continuum di circolazione dell’ oggetto ribelle” e bisogna continuare a lavorare guardando negli occhi la realtà materiale, bella o brutta che sia, perché altrimenti la ribellione autoreferenziale, fortino esclusivo di varie sette di privilegiati, oltre che diventare spesso velleitaria e irritante, è l’ esatto opposto di ciò che può definirsi Utile, e niente di più lontano dall utilità strutturale stessa che ogni singolo libro acquisisce dalla sua nascita e che si porta dietro nei secoli e spesso nei millenni…

 

A questo punto del reportage è opportuno Riportare le riflessioni scambiate con Ornella Badery, ex Assessore alla cultura ed ex Presidente della Biblioteca di Pont Saint Martin e il contributo di Fabio Badery, attuale Assessore alla cultura di Pont Saint Martin, quindi Presidente della Biblioteca.

Ornella Badery è attualmente Presidente del Forte di Bard e abbiamo avuto modo di parlare di nuovo con lei riguardo il suo lungo trascorso nella Biblioteca Resistente.
Esattamente ventanni.

Con lei e la sua solita infinita disponibilità torniamo quindi alla visione storica come fondamento per comprendere il presente e per formulare riflessioni future.

Con lei non possiamo non convenire che la Biblioteca è sempre stata per volontà il primo propulsore culturale e sociale di valore aggiunto per tutto il comprensorio e che ha sempre lavorato per essere un passo avanti rispetto a tutto ciò che passa e non lascia nulla di sé, a parte non sale piene ma abitudinarie e silenziose, sale “composte” , dove i nervi scoperti vengono lasciati fuori dagli “eventi”, proprio quelli che tristemente rimangono e pungono dentro la vita delle persone.

Per questo si è sempre costruito materialmente dibattito e critica, con persone competenti, con il contraddittorio e con la proposta che ‘non ti aspetti’, anche e soprattutto su problemi scomodi, proprio quelli che portano le persone a domandare, richiedere e protestare anche.

Ci si è sempre proposti come vettore e magnete allo scopo di rendere le persone protagoniste, captando la loro sensibilità del momento, o la più profonda mai risolta, proponendo ciò che spesso, sempre di più negli anni, viene tenuto “opportunamente” in secondo piano. Negli anni del comodo, non ci si è mai accomodati nella Biblioteca che Resiste.

E noi ci teniamo a ripetere che tutto ciò non è mai acquisito né scontato, ma è il frutto del lavoro continuo, quotidiano, volto ad ascoltare, rielaborare e organizzare tutte le proposte delle persone che gravitano attorno alla biblioteca: dal Consiglio alla Commissione, con il magma dei suggerimenti e delle necessità più profonde di consapevolezza e possibilità di fruibilità critica che provengono sempre, in maniera più o meno silente, dalla sensibilità delle persone, dalla vita di un territorio piccolo ma sempre vario, turbolento e con molte criticità, come sono sempre i Confini, come sono i “porti di mare”, soprattutto ‘i diversamente porti’, quelli stretti tra isolamento, cambiamento, necessità non più rimandabili, dibattiti sterili e di contro continua ricerca di soluzioni e di condizioni materiali reali di creazione di valore aggiunto.

Nel nostro dialogo non possiamo trascurare ovviamente l’ andamento storico dell’ interesse degli “addetti ai lavori” soprattutto verso la costruzione di cultura diffusa, interesse cresciuto fino a un certo punto, fino ad un inesorabile calo della considerazione del valore della cultura in senso lato e quindi dell’investimento in questa, a partire dall’ istruzione, ridotta in condizioni difficilissime.

Anche per questo la Biblioteca di Pont Saint Martin, forte della propria Storia, dalla quale ne discende una grande Responsabilità, ha sempre seguito la sua Agenda…dettata da una legittimazione che ha mezzo secolo e che deve sempre tenere le spalle forti, soprattutto quando le cose si mettono male.
Perciò, l’obiettivo continua ad essere badare molto più alla sostanza che alla forma, molto più all’ utile che al futile…al futile che passa, incassa e se ne va in attesa della prossima moda: “La sala piena muta non serve a nessuno, mentre serve una sala che veda la partecipazione attiva delle persone.
Del resto
ogni Comunità Umana, che vuole essere Società libera di crescere, non può permettersi di seguire per definizione proposte preconfezionate, di successo assicurato, ma presto dimenticato.
E , proprio a questo proposito
, parlando dell’ oggi, in Biblioteca si cerca di valorizzare la sensibilità delle persone che, sempre più bombardate da imposizioni di pensiero e instabilità esistenziale, sono interessate a storie vere che facciano conoscere e ricordare che la “piccola Storia” di ognuno di noi è un tassello della Grande Storia e che ognuno di noi ha diritto ad essere Storia e non solo spettatore o vittima.

Salutiamo e ringraziamo Ornella Badery per la sempre gentilissima e “storica” disponibilità, nonché per la mole di lavoro di cui si è sempre fatta carico, senza mai delegare il suo dovere. Attitudini che molti di noi hanno imparato a conoscere in tutti questi anni. La salutiamo perciò augurandole buon prosieguo nel generoso e impegnativo lavoro alla Presidenza del Forte, realtà strettamente collegata alla diffusione della cultura critica nel Comprensorio. Il Forte…un altro Fronte complesso, soprattutto di questi Tempi.

Riportiamo ora con molto piacere e soprattutto gratitudine, per la cortese ed ampia disponibilità a noi concesse, le considerazioni di Fabio Badery, Presidente della Commissione della Biblioteca e Assessore alla Cultura di Pont Saint Martin, colui che con onore e onere enormi, ha raccolto un pesante quanto illustre testimone.

Le riportiamo con sincera gratitudine, e ci teniamo a ribadirlo, dal momento che Fabio ha dedicato alla nostra iniziativa – reportage, veramente molto tempo, cosa tutt’ altro che frequente in determinati ambienti.

L’ attuale Presidente prosegue nella costruzione quotidiana dell’ attenzione, della dedizione e dell impegno, notevoli, raccolti in testimone dalla predecessore Ornella Badery.

È un Presidente attento, sensibile e molto propositivo, pronto sempre ad appoggiare le proposte di colleghi e sensibilità diffusa, intenzionato a promuovere anche nuove suggestioni e idee per captare in maniera sempre più efficace la partecipazione della Comunità, dell’ ampio Comprensorio e soprattutto quella dei più giovani.

Alla Biblioteca di Pont Saint Martin, del resto, abbiamo capito che le uniche priorità sono le cose utili, anche se difficili…hanno capito da mezzo secolo che nessuno si salva da solo e che una società sana non può permettersi il vezzo di lasciare indietro nessuno.

Vista la situazione odierna, l’ attuale Presidente, ammette innanzitutto che già è molto importante confermare e consolidare la situazione attuale, il famoso “resistere” , che ad oggi fa rima assoluta con esistere , essere sempre presenti, captativi e profondamente attenti a valutare le risposte di proposte, anche provenienti da parte da persone e realtà che partecipano e che ruotano attorno alla Biblioteca. Attenti soprattutto alle risposte sociali di fronte a iniziative proposte anche con modalità formali nuove, da affiancare alle modalità classiche.

La sfida che sente più urgente da affrontare oggi è proprio quella di riuscire a coinvolgere il pubblico più giovane, perché sempre il più complicato da intercettare, e sempre la materia più delicata , ma essenziale, di cui prendersi carico.

Un pubblico complicato di per sé e reso ancora più complicato dall’ attuale congiuntura storica, sociale e culturale, sia per quanto riguarda gli argomenti da trattare, ma anche per la forma delle iniziative promosse.

È molto fiducioso sul fatto che coniugando cultura e territorio si può stimolare meglio, ad oggi, quando tutto corre veloce e sfugge via, l’interesse e la partecipazione dei ragazzi. È fiducioso sul fatto che essere concreti sia sempre più attrattivo che essere comodi…

Per quanto riguarda le proposte ultime, riguardanti soprattutto tematiche storiche, che hanno dato ottimi risultati, ricordiamo sempre la mole di lavoro di ricerca storica e di studio da parte degli addetti alla Cultura e alla Biblioteca, e riportiamo come esempio un’ iniziativa del 2021, quando si è recuperato il diario di un giovane Pont Saint Martinese internato, che ha visto i ragazzi coinvolti e interessati in prima persona ad approfondire questo argomento con partecipazione e curiosità.

In cantiere vi sono da potenziare nuovi progetti che stanno dando dei feed interessanti come: rappresentazioni teatrali da proporre alle scuole e da realizzare nelle scuole con la messa in scena dei libri…

I libri che salgono sul palcoscenico della scuola, ad esempio la storia del libro intitolato: “La notte”.

Per quanto riguarda ancora il coinvolgimento nella conoscenza della Storia e della Memoria, particolarmente dolorosa a Pont Saint Martin, per le commemorazioni del bombardamento, si è proposto una interpretazione originale dell’evento. Un’ altra iniziativa che ha riscontrato interesse, attraverso un laboratorio che ha coinvolto i bambini elaborando una rappresentazione fumettistica, quindi attraverso una chiave artistica da sempre particolarmente forte, attrattiva e stimolante per ragazzi e ragazzini.

E sono anche tornati i gruppi di lettura per bambini.

La Biblioteca continua inoltre anche la sua opera di recupero e tutela della Memoria, non solo con i monumenti, ma anche attraverso la promozione del festival della cultura, attraverso la musica antica e ricerca storica specifica.

Come sempre essere presenti e protagonisti della Biblioteca si sovrappone sempre a tutte le proposte culturali di livello del territorio e del comprensorio.

Proposte mai scontate, capaci di attrarre sempre autori diversi, critici, anche locali, con invito alla lettura e al dibattito con contraddittorio, di libri,saggi e/o argomenti che possano stimolare il ragionamento, dando supporto proprio a quella cultura, che appunto naviga in acque attuali tormentatissime, e soprattutto continuando ad investire sulla cultura.

Il Fondo Culturale Don Capra infatti, posto in essere dalla Biblioteca ha proprio questo ruolo: ruolo di investimento e di partecipazione. Infatti, come sempre, le iniziative sono organizzate promuovendo l’accrescimento culturale e la sensibilità di tutti i cittadini, facendo conoscere i molteplici aspetti della cultura compreso quello umano dei grandi personaggi, come ricordava anche precedentemente Ornella Badery. In mezzo alle imposizioni acritiche di pensiero binario, ormai imposto per definizione, le proposte della Biblioteca, comprese quelle storiche, vanno sempre coniugate con fatti, critica, documentazione e dibattito.

Le persone hanno fame, diritto e dovere di sapere chi sono state,chi sono e vi vogliono essere. E questa è una sfida coraggiosa, vista la corrente assolutamente contraria attuale.

La Biblioteca e la cultura, in tempi di regressione, sono sempre in costante attenzione per mantenere l’ equilibrio tra risorse sempre più scarse e proposte che richiedono invece sempre maggiore impegno e risorse.

A questo proposito, nonostante le risorse limitate è maggiormente importante proporre sempre la peculiarità di ogni proposta e soprattutto il livello alto che questa biblioteca ha sempre costruito, trasmesso e consolidato, rimanendo un presidio culturale del Comune e del Comprensorio anche con costruzioni “differenti” e “particolari”.

Da non dimenticare inoltre la continua e sempre più consolidata collaborazione con le associazioni che possono usufruire degli spazi espositivi della biblioteca così come altre realtà che si occupano di diritti sociali, culturali, civili, ambientali, di solidarietà, e di disabilità.

La classica iniziativa decennale del “baratto del libro”; è un’ altra degli storici e imprescindibili eventi sociali, che costruiscono e diffondono cultura, oltre che salvare i libri dal macero.

Del resto Il valore della biblioteca come Connettore culturale e sociale dell’ ampio comprensorio è marchio di fabbrica.

La Biblioteca è punto di incontro di situazioni diverse e di proposta, è un caposaldo ereditato da una lunga storia di impegno e lavoro quotidiano. E ciò rimane uno dei profili fondamentali di questo luogo che non arretra un centimetro, come sempre sottolinea l’ attuale Presidente, proprio mentre molte cose stanno regredendo addirittura di qualche secolo.

Secondo Fabio, in questo momento, non arretrare significa anche sperimentare, ed i riscontri avuti fin qui sono stati molto soddisfacenti su questo piano.
Unità e continuità, solidi baluardi di diffusione culturale, come volano per provare, osare, perché il valore aggiunto, ad oggi, a suo modo di vedere, e con nostro grande interesse a sottolineare, si può mantenere e avvalorare maggiormente anche così.

Nuova proposta, ma ardua, per lui è riuscire a realizzare un parco della lettura. Ovvero un luogo più riservato non solo di lettura e riflessione, ma soprattutto di incontro con altre persone per dialogare partendo dai libri…Un luogo di incontro, di socializzazione e di crescita, che dovrebbe usufruire di un piccolo patio accanto alla Biblioteca…uno spazio che possa dare di nuovo forma al tempo che allontana le persone con l’ illusione dell’ iperconnessione martellante.

Un luogo sociale di cultura, di incontro, di confronto, dove il Tempo ritrova se stesso e dove l’ essere umano incontra l’altro e ne riconosce se stesso e le proprie condizioni…un’ impresa ardua, ma concretamente in cantiere.

Su questo argomento, che sfiora con un pungolo il problema dell’ isolamento, ampliandone il respiro della riflessione, ci sentiamo di aggiungere che quanti ancora si ostinano a sottovalutare il problema della marginalità ambientale, quindi sociale e culturale, causa isolamento, dovrebbero ragionare molto sull’ enorme lavoro di chi invece si prende carico di tutte le conseguenze che questo tipo di situazioni crea…e soprattutto un pizzico di coraggio o malizia nel distinguere il lavoro vero dall’aria fritta.

Tornando al nostro dialogo con il Presidente capiamo da ogni sua frase, da ogni sua descrizione la grande volontà di lasciare a sua volta un testimone non solo inalterato nel proprio spessore storico consolidato, ma un testimone con sempre maggiori e più idonei strumenti affinché si possa continuare a procedere nel migliore dei modi da parte di chi riceverà il prossimo incarico.

Inoltre ora, anche grazie al nuovo e giovane Bibliotecario, si hanno ulteriori possibilità per quanto riguarda la visibilità sui social, aggiungendo canali di comunicazione da affiancare e potenziare ai classici.

Ma la Nostra Biblioteca è sempre una vera Biblioteca…
Infatti, Fabi
o ci ricorda che, come pochi purtroppo ormai, qui si continua comunque a diffondere il cartaceo.

Il cuore di un Regno di Carta si trasforma per giusta causa, ma “non si adegua” per comodo…

Spontanea di conseguenza la mia osservazione sul fatto che riviste, periodici, giornali, anche e soprattutto di settori specialistici, scientifici e tecnici, sono numerosi e importantissimi da mantenere su Carta, perché la Carta si tocca, si vive e si scambia…

L’Oggetto culturale materiale aggrega, avvicina le persone, lo scambio è un atto di reciprocità, di socialità e di riconoscimento della propria e altrui identità.

E soprattutto ci ricorda che di cultura forse in tempi loschi si potrà non sopravvivere, forse, ma di sicuro si avrà sempre una possibilità in più per Vivere, per prendere coscienza e per non abbassare la testa, oltre che per non abbassare la guardia.

A questa mia riflessione ricollego le ultime riflessioni del Presidente su quanto sia
importante e fondamentale che la biblioteca sia vissuta come una casa familiare per le persone, fin da piccoli per poi rimanere e tramandarsi, come casa di tutti, dove il diritto collettivo di ognuno ad essere riconosciuto parte attiva di una società viva, libera e solidale sia acquisito fin dalla più tenera età, senza dimenticare quanto ciò sia importante per combattere la estrema virtualità della fruizione della conoscenza.

Spunto veramente interessante che mi ha dato la possibilità di mettere a fuoco perfettamente quanto quest’ ultima cosa oggi crei la potente illusione di conoscere tutto… di poter scegliere di conoscere tutto avendo tutto ”a disposizione”…fin quando a fine mese il ”Re è nudo”, e sempre più nudo.

Salutiamo e ringraziamo Fabio Badery che ha raccolto il testimone con timore e quasi riverenza (come con molta sobrietà ammette), cercando di portare avanti il suo compito un ruolo delicato, con la valorizzazione del lavoro di gruppo, con l’obiettivo di resistere e mantenere il profilo equilibrato, sobrio, critico, di livello, e di approfondimento di un luogo così importante; di una Biblioteca che sia sempre prima linea per contrastare la polarizzazione delle idee, la volgarità sempre più ostentata di un sistema “opinionista” binario diffuso, ad ogni livello, mortificante nel merito e nel metodo, che abolisce il contraddittorio e uccide ogni minima possibilità di riscatto sociale morale e materiale personale e collettivo.

Grazie ancora a Fabio per la sua davvero encomiabile disponibilità e pazienza nei nostri confronti. Qualità rarissima…

Ed ora è arrivato il momento di salutare anche la nostra biblioteca.

E abbiamo deciso di farlo dalle sue più secrete stanze, quelle della lunga memoria dei bibliotecari, dove sono custoditi tesori inconfessabili che farebbero crollare altari di miti creati su fantocci di carta straccia.

Da qui è passata una Grande Umanità… esattamente come ne è passata un’ altra altrettanto piccolissima, ma che a quanto pare riesce a travestirsi efficacemente nell’ ora del palcoscenico, ma che, finito lo spettacolo, rimane piccolissima e misera nella vita reale, senza lasciare altro di sé.

Questo Regno di Carta si porta tra le sue righe, tra le pieghe delle sue pagine, nei corridoi più luminosi,come nei più bui e umidi e negli occhi di chi ne ha viste tante e le ha archiviate tutte, un archivio inestimabile di piccola e grande Umanità.

Ma questi segreti dalle biblioteche non escono, sono solo nostri, sono il nostro scrigno di miserie e nobiltà…di piccole miserie distrattamente insospettabili e di grandi nobiltà felicemente confermate.

Lunga vita alla Biblioteca di Pont Saint Martin. Vita eterna al suo Regno di Carta che Resiste e al lavoro di quanti dedicano, o continuano a dedicare, la propria vita alla trasmissione della cultura, della conoscenza e del valore aggiunto, a quelli che non lasciano indietro nessuno e che prendono per mano ogni giorno come fosse il primo, l’ ultimo e l’unico, come fosse sempre il giorno nel quale uomini e donne prendano concretamente coscienza di cosa significhi costruire tutele sociali inviolabili, attraverso la cultura popolare di alto livello fruibile e diffusa, attraverso la costruzione e l’emancipazione del proprio pensiero e attraverso la costante cura della fattiva fruibilità di questi diritti per tutti, soprattutto per i soggetti socialmente più vulnerabili, più esposti, più brutalizzati e sfruttati da una marginalizzazione criminale e strumentale, contro la quale la Nostra Sentinella di Confine e i Nostri Guardiani del Faro lavorano da cinquant’anni, con l’ onore di essere parte di quell’ umanità definita da un Nostro Grandissimo come Indispensabile.

 

Reportage di Ilaria Teofani

 

Di admin

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