Francia, prima decade del Novecento. A Limoges prospera l’industria della porcellana. E i ricchi e aristocratici proprietari delle manifatture posseggono non solo le fabbriche ma anche gli operai che vi lavorano, ultimi degli ultimi, vessati da situazioni lavorative prive di dignità. Più ultime degli ultimi sono però le donne, che oltre a subire le vessazioni che subiscono i colleghi maschi, sono vittime delle perverse attenzioni dei padroni, che pretendono favori sessuali in cambio della retribuzione e dello stesso posto di lavoro.

È questo lo scenario nel quale si snoda l’avvincente storia narrata da Virginie De Clausade ed Elodie Hesme nel romanzo “Donne di porcellana”, pubblicato in Italia da Edizioni Nord nel 2023.

Le protagoniste principali della storia sono due donne, Anne e Clotilde, che non potrebbero essere più diverse e distanti. Anne è un’anima ribelle, arriva a Limoges dopo essere fuggita da Parigi dove, per difendere l’amata amica Mimì dall’aggressione del suo padrone, provoca accidentalmente la morte dell’uomo. Assunta nella locale manifattura di porcellane di proprietà della famiglia Haviland, Anne si mette ben presto in luce per il suo carattere ribelle e rivoluzionario. Sarà infatti lei a smascherare il caporeparto Penot, cogliendolo in flagrante mentre stupra una giovanissima operaia, Louise. Da quel momento si innesca una protesta che presto contagerà tutte le manifatture della città, portando gli operai allo sciopero per rivendicare dignità per tutti, soprattutto per le donne operaie, e per chiedere con forza la giusta punizione per tutti quegli uomini che usano violenza nei confronti delle donne.

Nella sua lotta Anne ovviamente non sarà sola: fedeli compagni di questo tormentato viaggio saranno la sua amica Mimì, il pittore sindacalista Alfred, del quale si innamorerà, Gaston e Lucienne, oltre alla giovane Louise che dalla violenza subita troverà la forza di ribellarsi e prendere coscienza che solo attraverso il riscatto di tutte le donne, si potrà riconquistare la calpestata dignità.

Anne ebbe un sussulto di rabbia sorda. Il mondo sembrava non parlare d’altro che di progresso, ma quel costume arcaico e barbaro sembrava davvero difficile da estirpare. I padroni si arrogavano diritti sul corpo delle loro dipendenti come nel Medioevo i signori si concedevano la facoltà di deflorare le spose dei loro vassalli e servi della gleba. (…) Nonostante le svariate rivoluzioni che si erano susseguite, e anche quelle in corso, le donne non avevano ancora recuperato la proprietà del loro corpo”.

L’altra protagonista è Clotilde, moglie di Orry Haviland, proprietario della manifattura dove tutto ha inizio. La vita di Clotilde viene irrimediabilmente segnata dalla morte del figlio Arthur che a soli diciassette anni rimane vittima di un incidente proprio dentro la fabbrica di famiglia. Sebbene di mente aperta e progressista, Clotilde rimane chiusa nel suo lutto e non si accorge dei soprusi e delle angherie che la classe industriale riserva agli operai e alle operaie, fino a quando la vicenda di Louise e l’incontro con Anne non squarciano il velo di apparente indifferenza e la portano a sposare la causa delle donne operaie. Clotilde dovrà lottare anche contro la famiglia del marito, contro quell’Henri de Villars, prefetto nonché cognato di Orry, che con la sua malvagità ha escogitato un piano per impadronirsi della manifattura Haviland. Ma sarà soprattutto lo svelamento di un segreto familiare che la lega ad Anne a cambiare per sempre la vita di Clotilde, a dare una svolta anche alla sua famiglia e alla società cittadina.

Il romanzo, nel quale si intrecciano quindi vicende pubbliche e storie private, assume un carattere storico grazie ai numerosi rimandi ai principi della Repubblica Francese, nata dalle ceneri dell’impero napoleonico, all’esperienza della Comune parigina, spesso citata e nella quale erano stati coinvolti diversi personaggi del libro, alle citazioni che alcuni protagonisti, Anne in primis, fanno di alcuni passaggi de “I miserabili” di Victor Hugo.

Un romanzo che cattura per la forza delle vicende narrate, che suscita molte emozioni, dalla rabbia per le ingiustizie patite dalla classe operaia e dalle donne in particolare, alla tenerezza verso i rapporti personali che legano alcuni protagonisti. Un romanzo che ci insegna che quelle donne di porcellana, lungi dall’essere fragili, si dimostrano forti e determinate, impavide nella lotta per affermare la propria dignità di persone.

Articolo di Beatrice Tauro

Titolo: Donne di porcellana

Autrici: Virginie De Clausade e Elodie Hesme

Casa Editrice: Edizioni Nord

Pagine: 377

Prezzo: € 18,00

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