Nel 1991 il mondo scoprì con sgomento gli efferati crimini di Jeffrey Dahmer, serial killer e cannibale conosciuto come il mostro di Milwaukee.

Dahmer è responsabile di diciassette omicidi. Cosa può aver scatenato la mostruosità di un ragazzo con un’infanzia serena e una vita apparentemente normale?

Le ipotesi e i pareri inondano le pagine dei giornali e occupano gli schermi delle Tv restando, ancora ad oggi, oggetto di discussione.

Quando si legge di casi simili, la mente corre subito al pensiero della sofferenza delle vittime e delle loro famiglie con il cui dolore, giustamente, si tende a empatizzare. In questi casi, però, si dimenticano spesso un tipo di vittime diverse: i genitori, le famiglie di coloro che hanno commesso il crimine.

Nel caso di questo volume – Dahmer contro Dahmer, Sperling & Kupfer – l’autore è Lionel Dahmer, padre di un serial killer spietato. Un padre al quale, improvvisamente e inaspettatamente, si spalanca davanti agli occhi l’orrore personificato da una sua creazione biologica.

Cosa pensa un padre in questi casi?

Cosa fa un padre in questi casi?

Lionel ci presenta un’analisi più lucida possibile della propria vita e della vita di suo figlio. Si pone un inevitabile numero di domande, si tormenta, si interroga, si chiede se alcuni fatti risalenti agli anni precedenti, che all’epoca gli erano sembrati la conseguenza di vezzi e curiosità infantili, potessero essere le avvisaglie di una mente distorta e tormentata. Si chiede se cose che allora gli apparivano normali, potessero essere invece i segni dell’inizio della spirale discendente nella quale sprofonderà poi il suo primogenito. Si chiede soprattutto se potesse essere previsto ed evitato quel percorso fino all’inferno sul quale suo figlio si era avviato.

Quali possono essere le sue responsabilità di padre? Cosa avrebbe dovuto capire, intuire, gestire? Dubbi tormentosi che accompagnano ormai da tanto tempo quello che è rimasto della vita di colui che è stato e resta comunque un padre. Un padre strappato in due che cerca di mantenere un rigore analitico neutrale tentando di non cedere all’amore genitoriale che pure traspare tra le pagine e le parole.

La morte di Jeffrey Dahmer – una morte misteriosa nella sua ovvia banalità – non ha posto comunque fine a queste domande che continuano a serpeggiare nella mente e nel cuore di Lionel. Un diario stupendamente doloroso che ci mostra l’umanità del male e la sua banalità incredibile.

Per gli appassionati di true crime, di psicologia, di psichiatria, ma anche per i semplici curiosi, un testo imperdibile che trascina il lettore in un viaggio torbido e incredibile all’interno di una mente disumana.

 

Articolo di Flora Fusarelli

 

TITOLO: Dahmer contro Dahmer

AUTORE: Lionel Dahmer

CASA EDITRICE: Sperling & Kupfer

NUMERO DI PAGINE: 209

PREZZO: 20 Euro

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