La levatrice ci aveva letto il destino della bambina e si era convinta che le sarebbero spettati dolori e gioie in parti uguali. L’aveva già avuta la sua dose di tribolazioni, va là. Fame, miseria, l’infanzia trascorsa a contatto con la morte di bambini a cui tutti erano indifferenti e alla quale si era aggiunta quella della sorella maggiore, un continuo peregrinare per trovare un briciolo di soddisfazione, Luigi in manicomio. E quel sentirsi sempre sbagliata, incompleta, un avanzo di altro. Stà a vedere che era arrivato il tempo della contentezza. (…) Lei aveva destino e destinazione nel nome, Alfonsina e la strada. Non le restava che percorrerla e scoprire dove l’avrebbe portata, metro dopo metro, un giro di ruota dopo l’altro”.

Quella che ci racconta Simona Baldelli nel suo libro “Alfonsina e la strada”, edito da Sellerio, è la storia romanzata di Alfonsina Strada, la prima donna a partecipare al Giro d’Italia di ciclismo nel 1924.

Le vicende di questa donna, caparbia e generosa, avvincono il lettore che pagina dopo pagina vive la dura quotidianità della protagonista, dall’infanzia all’adolescenza fino all’età adulta, a quella maturità che sarà comunque segnata da un carattere indomito e battagliero, fino alla fine.

Alfonsina nasce in una famiglia poverissima, nella piana bolognese, circondata da un numero imprecisato di fratelli e sorelle, oltre ad altri bambini che i genitori prendono dai brefotrofi per intascare il sussidio e tirare avanti. Alfonsina conosce i crampi della fame, i calli sulle mani, la fatica del lavoro dentro e fuori casa.

Di notte il suo misero giaciglio è circondato dalle anime dei fratellini e delle sorelline morte, una schiera che cresce sempre di più e che sarà accanto in tutti i momenti difficili della sua vita, per incitarla e spronarla a percorrere la sua strada.

Un giorno trova una vecchia bicicletta e inizia a pedalare, sembra nata su quella due ruote: quando pedala sparisce tutta la frustrazione e si allunga l’orizzonte, oltre il limite fisico e mentale che la trattiene a Fossamarcia.

Ma in quegli anni, il primo decennio del secolo scorso, una ragazza che va in bicicletta desta scandalo, viene considerata una poco di buono, con le cosce scoperte e il sedere in balia dei movimenti dovuti alle pedalate. Alfonsina ignora gli insulti, anche quelli che la investono in famiglia dove il padre, e di conseguenza anche la madre, non accettano questo suo capriccio.

Quando capisce che la bicicletta è la sua vita e che forse pedalando può anche guadagnarsi da vivere, Alfonsina si impegna al massimo lavorando in una sartoria, trattata quasi come schiava e invisa dalle stesse colleghe, per racimolare i soldi necessari a comprare una bicicletta nuova.

La fatica, il sudore, i chilometri percorsi sono la sua linfa vitale. Trova sostegno in Luigi, un uomo mite che diventerà suo marito e che la sosterrà fino all’ultimo, anche quando i lumi della sua ragione si affievoliranno persi in una psiche malata. “Come sei bella sulla bicicletta, Fonsina, non scendere mai” sono le parole che Luigi rivolgerà alla moglie mentre sopravvive nel manicomio di San Colombano al Lambro, parole che Alfonsina non dimenticherà mai e che saranno il motore che farà girare le sue gambe nelle pedalate più difficili e dure, quelle che la vedranno impegnata nel Giro d’Italia del 1924 al quale partecipò con tutta la sua determinazione.

La parabola di vita di Alfonsina Strada è illuminante per conoscere la condizione delle donne nella prima metà del secolo scorso, soprattutto di quelle degli strati più poveri della popolazione. Ma ci illumina anche nel comprendere come la determinazione e la fiducia in sé stesse ci può aiutare a sovvertire l’ordine costituito, a rompere gli schemi e le regole convenzionali. Alfonsina ha dimostrato che si può aspirare a guardare oltre l’orizzonte, che si può provare a superare i limiti, che si può competere con gli uomini, che le donne non sono esseri inferiori, come purtroppo ancora oggi troppo spesso si tende a credere.

Articolo di Beatrice Tauro

Titolo: Alfonsina e la strada

Autrice: Simona Baldelli

Editore: Sellerio

Pagine: 306

Prezzo: € 17,00

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